Rinnovato l’accordo territoriale per i contratti di locazione a canone concordato nel comune di Capaci

Dopo quasi 20 anni dall’ultima sigla, la città di Capaci si è dotata di uno strumento utile a intervenire sul mercato delle locazioni in una ottica di tutela e sostegno alle famiglie attraverso canoni calmierati e semplificazioni burocratiche.

A siglare l’accordo sono state le associazioni dei proprietari (Appc, Asppi, A.P.E. Confedilizia, Uppi, Federcasa, Confabitare , Casa Mia, UnionCasa) e degli inquilini, Sunia, Sicet, Uniat, Unione Inquilini e Ania.

Praticamente tutte le anime rappresentative del mondo dei proprietari e degli inquilini hanno condiviso una intesa che è il miglior viatico per un percorso che dovrà inevitabilmente vederci coinvolti nell’affermazione di una strategia strutturata rivolta alle esigenze dell’abitare, dignitoso e per tutti e non solo a Capaci.

In un contesto sociale che affronta quotidianamente le criticità indotte anche dalla contiguità con una metropoli come Palermo, il rinnovo dell’accordo territoriale rappresenta infatti una occasione per iniziare a ricostruire una base minima di welfare abitativo.

A maggior ragione alla luce delle caratteristiche assunte nel tempo da un panorama immobiliare votato alla locazione breve, quasi esclusivamente di tipo turistico e che per questo tende a escludere una vasta platea di persone.

Dopo tanto tempo si tratta di un atto dovuto, previsto dalla legge n. 431/98, ma è anche un qualcosa che va oltre alla mera esigenza amministrativa.

Con il rinnovo dell’accordo di Capaci, infatti, si potranno portare avanti sia azioni di contenimento del valore degli affitti a canone concordato sia di semplificazione burocratica e agevolazione fiscale a vantaggio di proprietari e inquilini.

Nel nuovo testo sono stati adeguati i valori dei canoni a costi attualizzati, suddividendo il territorio in 4 aree omogenee, con importi dei valori a metro quadrato coerenti con quelli del mercato immobiliare.

Inoltre è stata riconosciuta la specificità delle unità abitative con superficie inferiore ai 70 metri quadrati, per le quali è previsto un adeguamento del canone, e sono introdotti criteri di valorizzazione delle unità abitative appartenenti alla classe energetica “A” (nelle diverse declinazioni possibili) ma si è anche indicata una aliquota massima per i canoni da applicare agli “alloggi sociali.

Tutto questo mantenendo le agevolazioni fiscali come cedolare secca al 10%, riduzione dell’Imu, detrazioni fiscali sull’Irpef, per proprietari e inquilini.

Si è ottenuto quindi un risultato importante, sia in termini di innovazione all’approccio metodologico che di risposta alle esigenze del territorio, nell’affermazione di una strategia strutturata rivolta alle esigenze dell’abitare, dignitoso e per tutti… e non solo a Capaci…