Casa e lavoro – 24 novembre 2022 – primo incontro del ciclo “Abitare la città”

“costruiamo la Palermo del futuro partendo dal disagio abitativo che va affrontato subito e attraverso adeguate politiche di rigenerazione urbana, sociale ed economica”

A chiedere sussidi per il pagamento degli affitti a Palermo, non sono più soltanto i disoccupati. Se pur la percentuale di domande di questi ultimi raggiunge il 43%, le percentuali non sono trascurabili per occupati, quasi il 17 e per inattivi o inoccupati, il 19 per cento.

Le graduatorie collegate all’emergenza abitativa per l’assegnazione di una casa popolare dal Comune di Palermo contano, in attesa di assegnazione, 2246 nuclei familiari richiedenti collocati in categoria “A” (per questioni legate al reddito basso) e 310 nuclei familiari in quella per “Disabilità”.

Un disagio crescente dunque, che con l’incalzare della crisi tocca migliaia di famiglie nel capoluogo palermitano, e a questa situazione si accompagna il dramma degli sfratti: in città quelli eseguibili, con sentenza definitiva, sono più di 1300.

Da qui l’impegno per lo sviluppo delle politiche abitative da parte del Sicet il sindacato inquilini aderente alla Cisl, che ha organizzato sul tema “Abitare la città” tre tavole rotonde su: Casa e Lavoro, Casa e Ambiente il 6 dicembre e Casa e Territorio il 14 dicembre.

Oggi il primo degli incontri al quale hanno preso oltre al segretario generale Sicet Palermo Trapani Fabio Salici, il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana, il segretario generale Filca Cisl Palermo Trapani Francesco Danese. il vice direttore della Caritas diocesana don Sergio Ciresi, la consigliera comunale di Palermo Mariangela Di Gangi e il professore Pietro Virgadamo ordinario di Diritto Civile alla LUMSA.

“Partendo dai disagio abitativo e dalla povertà, abbiamo affrontato il tema delle politiche del lavoro e dei relativi percorsi formativi per chi abita la città e soprattutto per i nostri giovani – spiega Fabio Salici segretario generale Sicet Palermo Trapani -. Le condizioni di criticità sociale esistenti a Palermo sono sotto gli occhi di tutti, i disoccupati sono oltre 50 mila e di questi soprattutto giovani, la dilagante povertà abitativa non è solo povertà materiale, ma educativa e culturale come ha confermato anche la Caritas. È una povertà che non trova risposte adeguate nei servizi e nelle opportunità offerte dalla città e che impone, anche per questo, l’urgente condivisione di una visione strategica che coinvolga tutte le forze capaci di incidere sulla struttura economica e sociale del territorio”.

Salici continua “siamo dell’idea che occorre abbandonare la logica degli interventi estemporanei propri di una condizione emergenziale permanente e realizzare un programma di ampio respiro che accompagni, ai provvedimenti puntuali (sempre necessari per dare risposta alle esigenze immediate) una politica strutturata di aggressione all’emergenza abitativa. In questo ambito vanno sviluppate le sinergie fra il mondo del lavoro e quello della formazione, delineando strategie condivise costruite in maniera finalizzata all’occupazione”.

Per il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana, “è chiaro ormai che dopo la pandemia, il disagio abitativo è esploso anche per i lavoratori dipendenti, famiglie mono reddito, pensionati, che per difficoltà economiche temporanee o sopraggiunte non riescono a trovare alloggi alla loro portata, spesso incorrendo nella morosità incolpevole’.

Per questo risulta evidente che sul fronte della emergenza abitativa a Palermo, bisogna fare molto di più. Le istituzioni debbano approntare politiche abitative che rispondano alle richieste sempre più pressanti di alloggi, ma inserendo anche interventi che vadano nel segno di un welfare sociale e nel segno della riqualificazione eco sostenibile soprattutto delle periferie.

Serve poi puntare sul social housing e ristrutturare il patrimonio immobiliare abbandonato e le case ancora abitate ma a rischio crollo. Ed è necessario poi puntare su politiche dell’occupazione, perché è chiaro che bisogna risolvere la crisi economica dei cittadini per poter affrontare anche il disagio abitativo”.