Realizzare percorsi di rigenerazione urbana per dare allo ZEN 2 non solo un aspetto nuovo, rilanciandone l’immagine a livello estetico, ma anche una svolta dal punto di vista culturale, economico e sociale. E’ ciò che si pone il percorso progettuale per far rinascere il quartiere, portato avanti dal Sicet Palermo Trapani, il sindacato inquilini della Cisl e già condiviso con Iacp, Comune di Palermo e associazioni del terzo settore che operano nel territorio, presentato in occasione di un workshop tenuto oggi presso la Sala Martorana di Palazzo Comitini, a Palermo.
Nei dettagli il progetto si sviluppa su tre linee di intervento:
• la ristrutturazione degli immobili e la riqualificazione degli spazi urbani del quartiere:
• la realizzazione di impianti per l’efficientamento energetico;
• la creazione di opportunità occupazionali.
I fondi sono nella disponibilità della Regione, dato che si tratta di un progetto incardinato all’interno della fase programmatica del PO FESR 2021-2027 (dotato complessivamente di più di 5 miliardi di euro), inseribile nei percorsi della Commissione Europea per il sostegno alle iniziative del NEU (Next Generation EU) e sostenuto dalle realtà economiche, imprenditoriali e sociali.
“La città di Palermo presenta consistenti aree di degrado sia edilizio che sociale in cui sono concentrate persone ad alta fragilità economica e sociale, caratterizzate da elevatissimi livelli di povertà abitativa” ha affermato durante la presentazione Fabio Salici segretario generale Sicet Cisl Palermo Trapani .
Una delle realtà in cui tali situazioni sono maggiormente evidenti è quella del quartiere San Filippo Neri, lo ZEN 2. In un contesto che necessita anzitutto dell’incremento delle opportunità occupazionali, riteniamo che questa esigenza possa e debba essere coniugata a quella della riqualificazione del quartiere e alla creazione di fonti di energia pulita.
La realizzazione di questo tipo di interventi significherebbe abbandonare la logica dell’emergenza e fornire alla città uno strumento durevole di risposta alla povertà abitativa di una vasta area metropolitana.
L’installazione dei pannelli fotovoltaici, accompagnata all’introduzione -dove possibile- anche di sistemi passivi (come la realizzazione di schermature, superfici vetrate, tetti verdi e pareti ventilate), consentirebbe un retrofit energetico delle abitazioni del quartiere e costituirebbe un’azione di contrasto ad una crescente povertà energetica, diventando così occasione per creare delle politiche di sostegno alla spesa energetica, favorendo il rientro di questa stessa spesa nell’economia legale”.
L’insieme di questi interventi, realizzata con il coinvolgimento di maestranze appartenenti al quartiere, renderebbe consapevoli gli abitanti dell’importanza della partecipazione, riconoscendo il loro ruolo attivo nella trasformazione del quartiere, per progettare, ripensare e realizzare le opere per il recupero di luoghi deputati alla vita collettiva e produttiva.
Altro obiettivo del progetto, è dunque la valorizzazione dei giovani del territorio per dare una risposta alle emergenze sociali esistenti e per fungere da strumento di promozione del protagonismo giovanile: “Pensiamo alla creazione di percorsi di formazione e opportunità occupazionali mirati alla costituzione di forme di “aggregazione produttiva” nelle quali impiegare residenti del quartiere, e a queste affidare sia la manutenzione degli impianti tecnologici realizzati che le strutture sportive/sociali recuperate” ha spiegato Salici.
Alla presentazione hanno preso parte le Associazioni presenti allo Zen per rappresentare le esperienze vissute nel quartiere; Alessandra Russo, commissario straordinario IACP Palermo che ha descritto il progetto, Riccardo Coletta project manager dell’Agenzia per la promozione della Ricerca Europea e Paola Zerilli professore associato e project manager dell’Università di York, su Super-i e Supershine due progetti finanziati dalla Commissione europea nell’ambito dell’efficientamento energetico delle case popolari; Cristina Davi dirigente Ater Trieste su esperienze vissute nella sua città e Angelo Sicali, Presidente di IACP Catania e Presidente della Commissione per il Sud di Federcasa; Giuseppe Todaro per Sicindustria Palermo su fare impresa nel territorio; il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana sul lavoro come motore dell’inclusione ed ha concluso l’intervento dell’assessore all’Emergenza Abitativa, Antonella Tirrito.
In apertura dei lavori il dott. Giuseppe Giammalva, della Segreteria Particolare dell’Assessorato delle infrastrutture della Regione Siciliana ha portato i saluti e gli auspici per il lavori del workshop di presentazione del progetto.
“Coniugare la rigenerazione urbana con la riqualificazione sociale ed economica è la chiave della green economy e di quello sviluppo ecosostenibile al quale dobbiamo affidare il futuro delle nostre città – ha affermato il segretario generale della Cisl Palermo Trapani La Piana – . Ancor più strategico nei quartieri di periferie come lo Zen, perché i cittadini residenti hanno voglia di scrollarsi di dosso quell’etichetta causata dal degrado sociale, culturale educativo che li opprime da anni. Liberarsi con simboli veri di legalità e non costruiti ad arte, liberarsi con fatti concreti come può esserlo un progetto che fa rinascere il quartiere creando buona occupazione e ecosostenibilità”.
Per l’Assessore Tirrito “realizzare il contrasto ai fenomeni del disagio abitativo mediante interventi volti a sostenere la qualità dell’abitare di categorie fragili della popolazione è uno degli obiettivi dell’amministrazione; intervenire su una parte importante della città come è il quartiere San Filippo Neri significa dimostrare attenzione ai cittadini palermitani che abitano quel territorio.
La proposta progettuale che è stata presentata ė ciò che, in modo strutturale, dovrebbe e deve fare l’amministrazione comunale e cioè promuovere politiche abitative programmate e pianificate finalizzate alla fuoriuscita dell’emergenza abitativa di tante, troppe persone che vivono in condizioni di grave pregiudizio sociale, economico e dunque abitativo.
Il valore aggiunto e l’ambizione di questo progetto è consentire di uscire dalla cronicità dell’emergenza favorendo azioni di inclusione attraverso il lavoro, uscendo da mere logiche assistenziali.