23 maggio 2024 – il SICET Palermo Trapani sotto l’Albero Falcone

A Palermo esiste un albero particolare, un albero che ha una storia ed ha un nome… si tratta di un Ficus macrophylla (sottospecie columnaris magnolioides) che si innalza non in un orto botanico ma davanti ad un condominio, in una strada fra le più trafficate della città.

La sua storia inizia negli anni del secondo conflitto mondiale, quando venne impiantato in quella che era una delle ville “liberty” della Palermo Felicissima della fine dell’800, che come tante fu vittima del sacco di Palermo degli anni 60 del secolo scorso, quando la città espandendosi senza regole cancellò un enorme patrimonio architettonico e botanico per realizzare strade e palazzi.

Già allora il nostro Albero ebbe una sorte particolare, si salvò dalla distruzione di ciò che lo circondava e sopravvisse per anni sul marciapiedi che fronteggia uno dei palazzi della “nuova Palermo”, testimone del traffico cittadino e del via vai di chi abitava il palazzo, e tra questi anche di Giovanni Falcone.

Ma è da 32 anni che quest’albero diventa “l’Albero” di Falcone, da quando, subito dopo la strage del 23 maggio 1992 i cittadini di Palermo iniziarono a lasciare, poggiati sulle sue radici o appuntati sulla corteccia del suo tronco biglietti che, se prima furono di cordoglio per l’uccisione del giudice, di sua moglie e degli agenti di scorta, quasi da subito diventarono messaggi di speranza e coraggio, testimonianze di una reazione spontanea e sincera alla violenza della criminalità mafiosa.

Queste testimonianze si moltiplicarono e si moltiplicano, continuando quotidianamente, e l’Albero di Falcone è diventato per i palermitani (ma non solo per loro) un simbolo di riscossa e di legalità.

E da 32 anni ogni 23 maggio ci si raduna davanti a questo albero per testimoniare con una presenza fisica un impegno che è come i messaggi dell’Albero: quotidiano e continuo, perché “Palermo è nostra e non di Cosa nostra”.