Sono trascorsi circa ottanta giorni dalle elezioni amministrative di Palermo e una cinquantina dalla comunicazione delle deleghe di Giunta, un tempo congruo per consentire un reale insediamento e quindi inquadrare contesti e possibilità di azione; un tempo comunque breve, tanto da considerarsi ancora all’inizio di ogni percorso progettuale e di intervento.
Per questo abbiamo scritto adesso, alla fine del mese di agosto, a tutti coloro che nella città di Palermo costituiscono un riferimento per l’interlocuzione con la nostra organizzazione, scriviamo al Sindaco ed agli Assessori (cinque) con deleghe o “parti” di deleghe alle politiche del territorio, dell’ambiente, all’edilizia privata e sociale, alle politiche sociali… ecc.
Scriviamo nel momento in cui si avviano le attività, per rappresentare le istanze, le proposte, le idee che il Sindacato Inquilini Casa e Territorio porta avanti e intende condividere.
PALERMO, STRETTA DALLE SUE POVERTA’
Si tratta in realtà di argomenti noti e -per altro- già rappresentati anche in occasione dell’iniziativa realizzata con la CISL Palermo Trapani a maggio scorso, quando in un incontro con i candidati a Sindaco di Palermo sono stati trattati direttamente dal Segretario Generale dell’UST CISL, e riportati nel documento predisposto a più mani (“Palermo è una città stretta”) consegnato quel giorno.
“Palermo è una città stretta”, lo è perché è una città povera, di una povertà che non è solo economica ma è culturale, educativa e abitativa.
Lo è perché i palermitani rischiano l’assuefazione a tali condizioni di povertà, quindi non per rassegnazione, ma per adattamento…
CONDIZIONI E OPPORTUNITA’
Partendo da questa considerazione riteniamo quindi necessario sviluppare progettualità e interventi che abbandonando la logica della contingenza (o dell’emergenza, della “pioggia” di soluzioni tampone ecc.) si collochino nell’ambito della strutturalità.
Senza impelagarsi nella lista delle cose da fare e senza impegnarci nella stesura di possibili cahiers de doléances, consideriamo però necessario ed urgente condividere l’individuazione degli ambiti e delle priorità di intervento sulle quali convogliare azioni e provvedimenti, partendo dall’esperienza maturata in decenni di presenza sul territorio e dalla consapevolezza della disponibilità di risorse in passato mai avuta.
Viviamo infatti un momento in cui la disponibilità delle risorse finanziarie destinate alla Sicilia, all’interno del quadro della politica di coesione, per il periodo 2021-2027 è di 7,3 miliardi di euro, di cui 5,8 miliardi di euro a favore del Programma Regionale (PR) Sicilia FESR e 1,5 miliardi di euro a favore del PR Sicilia FSE+ (European Social Fund Plus).
In considerazione della realtà sociale della nostra città, della condizione di acuta sofferenza che mette a rischio la stabilità sociale, dell’assenza di un adeguato rifinanziamento dei Fondi per il sostegno all’affitto e per la morosità incolpevole, appare fondamentale poter ricorrere ad ogni strumento disponibile per fronteggiare le nostre povertà e quindi non perdere neppure una parte di queste risorse, al contrario sfruttarle interamente per realizzare una indispensabile inversione della tendenza.
IL BISOGNO DI CAMBIARE
Alla luce di tutto questo consideriamo importantissimo condividere proposte e progettualità: il rilancio della città parte dall’innalzamento del livello della qualità della vita delle persone.
Per farlo occorre sviluppare politiche sociali ed abitative adeguate, realizzando un cambio di paradigma che consenta di affrontare le questioni collegialmente, senza compartimenti stagni e puntando al coinvolgimento di ogni realtà, dagli Assessorati agli Uffici Tecnici ed in particolare di chi agisce sul territorio, delle Associazioni piuttosto che delle parti sociali, valorizzando prioritariamente il ruolo delle circoscrizioni.
Si tratta di un percorso lungo e sicuramente complesso, che va realizzato nell’ottica della sinergia e che per questo deve essere iniziato immediatamente, noi ci siamo e proponiamo la nostra idea di città futura, una città policentrica che viva di inclusione sociale e rinnovamento, di una città “allargata”, non più una “Palermo, città stretta”.